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Introduzione

Interno

Sacrestia

Arredo

I Manin

 

Introduzione

altar maggiore

altari prospettici

oreficeria

I Manin

 

 

altari laterali

anime purganti

 

doge Ludovico Manin

 

 

 

stucchi e via crucis

altare del Crocefisso

 

 

 

 

 

rilievo papa PaoloII

 

 

 

 

 

grandi armadi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Appendice documentaria

Catalogo delle opere

 

Bibliografia

 

N.B. per la lettura delle note, cliccare sul numero della nota.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prefazione

 

Un parto molto difficile questo studio per Passariano! Sono oramai passati undici anni da quando don Rosso, lamentando il silenzio per queste belle opere scultoree della cappella di villa Manin, garbatamente mi invitava alla loro ricerca storica. Dopo anni di infruttuosi tentativi c'era anche il rischio che non venisse pubblicato, se la tecnica, quella domestica del personal computer, non compisse il miracolo consentendo di far venire alla luce una ventina di copie, stampate in casa.

Così, finalmente il 21 dicembre del 2000 è nato e si gira pagina!

Desidero ringraziare per primo il prof. Paolo Goi, che da vero gentiluomo - raro di questi tempi - citava il mio studio quando questo era ancora un manoscritto; ringrazio la prof.ssa Paola Rossi per la sua disponibilità; Francesco Molinaro, mio enigmatico referente a Passariano; don Gastone Vio per il suo aiuto prezioso, e non ultimo l'amico Giorgio Borghi per il suo costante incoraggiamento, ed infine ringrazio sin d'ora tutti coloro che vorranno festeggiare con me questo evento.             

                                                                                                                                                         E. C.

 

 

 

 

 

Presentazione

 

 

Una breve presentazione richiestami dall Autore per un testo divulgato via internet: sistema sostitutivo  del tradizionale cartaceo cui bisognerà abituarsi anche in campo di storia dell arte.

Scritto, ovvero file, che mancava anche se in passato e in presente non sono mancati sull argomento cenni e saggi (a stampa) in genere o nel dettaglio: troppo sommari o troppo specifici per l appunto. Vuoto colmato ora dall intervento di Enrico Comastri che ripercorre puntualmente la storia dell edificio sulla base delle risultanze d archivio e della letteratura vecchia, nuova e nuovissima, con esiti di indubbio interesse.

Il privilegio d attenzione riservato alla cappella gentilizia, pervenuta  sostanzialmente integra, è subito intuibile se la si confronta con i restanti corpi di fabbrica della villa svuotati dall arredo mobile: dato di fatto che costituisce la base, fortunata e preziosa (vi si aggiungano le testimonianze d archivio altrettanto preziose e fortunate) per un esercizio di lettura tanto dal lato iconografico/iconologico che stilistico.

A principiare dall impianto ottagonale di forte valenza simbolica adottato negli edifici di culto in onore della Vergine siccome sottolinea Wittkower per l epoca rinascimentale (ma la consuetudine evidentemente continua per tutto il 700), per proseguire nell aula dove memorie locali, celebrazioni dinastiche e devozionalità settecentesca si compongono in ragionata armonia e giungere nella sacrestia all inno di lode  elevato a Maria che quale nuova Eva (cor)redime dal peccato d origine (scene degli armari di Francesco Fontebasso).

Sul che viene poi a fondarsi una più riflessa analisi stilistica: dalle opere di Giuseppe Torretti alle statue  ancora crux interpretum  dell altar maggiore, per le quali Comastri propone la bottega di Enrico Merengo nelle persone del nipote Giovanni e dell aiuto Alvise Tagliapietra (soluzione che al momento pare più conseguente), fino al rilievo di Pietro Barbo che registra la candidatura di Mino da Fiesole.

Per non dire dei fatti minori e degli arredi (argenti e tessuti) altrettanto esaminati e puntualmente catalogati  dall Autore.

Aggiornamenti come in ogni cosa possono sempre aggiungersi (si veda il caso degli stucchi parte dei quali già attribuiti all Andrioli e parte oggi al Roncaioli), sul caposaldo comunque adesso tracciato da Enrico Comastri.

 

                                                                                                                                                   Paolo Goi