Altare del Crocefisso

L'altare del Crocefisso, addossato alla parete che separa la sacre­stia dal grande cortile quadrato della villa, si distingue dagli altri per la ridondante fattura a volute, riccamente tempestate di pietre pre­ziose, incastonate con geometrico disegno sulle bianche superfici dei marmi. La fantasia dell'artista si libera fra volute e le rare linee rette della mensa e dei pilastrini che affiancano la pala del crocefisso. In tutta li­bertà sovrappone uno su l'altro i moduli ritorti e scanalati, segmentati in scaglie levigate dall'anda­mento mosso della linea curva, sino al grande scudo che lambisce il soffitto.

Ordinato e composto nei due altari laterali della cappella, razio­nale e didascalico nei due altari prospettici della sacrestia, l'artista in­siste qui nel piacere di sperimentare un'ideazione più varia e nuova.

La bianca figura del Cristo, che spicca al centro della pala, diviene allora occasione per un ottimo esercizio di insolite sperimentazioni formali e cromatiche ad effetto: le policrome macchie delle numerose corniole, agate e diaspri[1], il ricco e sovrabbondante fastigio alzato sino al soffitto, con il grande scudo su cui si legge:                      

                             

CONSV/MATVM/EST[2]

e la spumeggiante conclusione con i due angeli della cimasa[3] di questo elegante monumento al rococò friulano.

 


Salito il gradino di marmo giallo, sulla predella decorata ad intarsi geometrici, è collocata un'urna bianca che sostiene la mensa dell'al­tare.

Un semplice ed originale repositorio aperto è posto ai piedi della pala dal fondo grigio bardiglio, intera­mente occupata dalla croce di alabastro dove è fisso il Cristo scolpito in marmo bianco di Carrara (App. doc. VIII, IX, XV, XVI).

La polizza del 17 febbraio 1722, ol­tre a certificare la data, rappresenta un docu­mento molto interes­sante per lo studio della tecnica costrut­tiva del pe­riodo, per la puntuale elenca­zione di tutti i mate­riali adoperati e dei lavori legati alla edi­ficazione di que­sto altare (App. doc. VIII).

Due putti, piccole ed eleganti presenze seminascoste, sono collocati ai lati del­l'altare.

Così come l'altare della Madonna delle anime si allarga oltre le colonne e si com­pleta in tutta la parete con le due fiaccole, così anche questo stretto ed alto altare deborda dai suoi li­miti ed occupa lo spazio lumi­noso cir­costante.

Infatti, in modo insolito ma interessante, l'appa­rato scenico si perfe­ziona con una serie di targhe vocative, allineate verticalmente sotto le finestre, sulle quali si leggono le frasi evangeliche dei mo­menti della passione del Cristo: un'idea nuova in cui la parola scol­pita sostitui­sce i soliti plastici simboli.

La collocazione delle targhe in simmetrica posizione sotto le fine­stre, la ricca cornice in marmo giallo delle due targhe più alte, e la conclusione della sequenza con un elegante tavolinetto quadrato in marmo su cui sporge una grossa palla di marmo giallo, sono le quinte di una originale macchina-apparato.

Un altro perfetto esempio dell'interpretazione che il Rossi ci con­segna del virtuosismo raffinato e prezioso del primo settecento vene­ziano, quel piacere di modellare la trasparenza porcellanata delle su­perfici marmoree, assecondando il libero andamento di linee morbide e flessuose.

A sinistra, partendo dall'alto:

 

 

                                                                                                       PATER

 

PATER DIMITTE ILLIS

 

HODIE MECVM ERIS

IN PARADISO

 

MVLIER ECCE FILIVS TVVS

ECCE MATER TVA

 

 


 


A destra:

 

I.N.R.I.

 

DEVS DEVS MEVS

VT QVID DERELIQVISTI ME

 

SITIO

 

PATER IN MANVS TVAS

COMMENDO SPIRITVM MEVM[4]

 

 

La stessa mano che vent'anni prima modellava il Cristo per l'altare della cappella Foscarini della chiesa di San Stae a Venezia, la ritro­viamo qui a Passariano per questo Crocefisso, pur con qualche lieve scarto qualitativo, per una certa rigidità che blocca la figura in un'anonima frontalità e le dimensioni ridotte, forse necessarie a bilan­ciare l'abbondante decorazione.

La ricevuta a saldo dell'altare risulta firmata dal Torretti con la polizza del 4 luglio 1722 (App. doc. XIII) [5], mentre per il Cristo il saldo è firmato nella nota spese del 10 settembre 1723 (App. doc. XV)[6], i due puttini risultano pagati quattro anni dopo (c. 130r).

 

 

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[1] Di cui pare si siano abbondantemente appropriate le truppe napoleoniche durante la loro permanenza a Passariano nel 1797, quando, il 17 ottobre, Napoleone firma il trattato di pace, impropriamente chiamato di Campoformido, che stabiliva la cessione all'Austria di Venezia, il Veneto, l'Istria e la Dalmazia. Cfr. F. VENUTO, L'altare del Crocefisso nella Cappella Manin di Passariano,  Tavagnacco Udine 2000.

[2] E Gesù quando ebbe preso l aceto, disse: - E  finito. E chinato il capo, rese lo spirito , Giovanni, 19,30.

[3] Angeli che per dimensioni e qualità del modellato, paiono appartenere al fare scultoreo del Meyring come convincentemente suggerisce il Goi che ne evidenzia quel " & molle turgore, estraneo al fare più gracile ed asciutto del maestro di Pagnano." Cfr. P. GOI, Enrico Meyring e dintorni: contributi, in Francesco Robba and the Venetian Sculture of the Eighteenth Century, Atti del Convegno internazionale di studi (Ljubljana 16-18 ottobre 1998) a cura di Janez Hofler, Ljubljana 2000, pp. 61-72. Bisognerà forse chiedersi se questi angeli, di cui non vi è traccia nelle fatture del Torretti,  siano stati commissionati ad uno scultore come il Merengo oramai ultranovantenne, espressamente per questo altare, o vi siano stati collocati da altra provenienza, stante un apparente non perfetto allogamento, e quei loro capi eccessivamente reclinati rispetto all'insieme dell'altare.

[4] Che attengono, nell'ordine, ai seguenti brani evangelici: "Gesù diceva:<Padre, perdona loro, perchè non sanno quel che fanno>. Si divisero le vesti, tirandole a sorte." Luca, 23, 34.       - "E Gesù gli rispose (a uno dei  malfattori crocefissi): <Ti dico in verità: oggi sarai meco in paradiso>." Luca, 23, 43 -     "Gesù, vedendo la madre e vicino a lei il discepolo ch'egli amava (Giovanni), disse alla ma­dre:<Donna, ecco tuo figlio>. Poi disse al discepolo:<Ecco tua madre>." Gio­vanni, 19, 26, 27. - "Pilato scrisse pure una tabella, e la mise sulla croce.  E c'era scritto:<GESU  IL NAZARENO RE DEI GIUDEI>." Giovanni, 19, 19.     - "E al­l'ora nona,  Gesù con gran voce esclamò:<Eloi, Eloi, lamma sabactani?>." Marco, 15, 34. - "... affinchè si adempisse la Scrittura, disse:<Ho sete>." Giovanni, 19, 28. - "Gesù, gettando un grido con gran voce, disse:<Padre, nelle tue mani racco­mando lo spirito mio>. E detto questo spirò."  Luca, 23, 34.

[5] Che sarà anche registrata nel "Giornale delle spese" (c. 92v), nell'agosto del 1722.

[6] Registrata il giorno seguente nel "Giornale" (c. 101r).